sabato 1 ottobre 2011

SINDACI e INCERTEZZA: non cosciente consapevolezza, ma BIZZE E PROTESTA.




I SINDACI PROTESTANO: IL GOVERNO GLI HA TOLTO I SOLDI per lavorare come han sempre fatto fin'ora e non possono più mettersi in evidenza con gli elettori spendendo, non solo con le risorse presenti, ma in moltissimi casi facendo debiti a carico dello Stato o di chi con le sponsorizzazioni finanzia le loro idee. Fin'ora i Sindaci, han sempre governato sapendo bene che chi più spende più guadagna in consensi, tra gli elettori amici, ma sapendo bene che spesso i soldi si può farne molti, anche tra i nemici. Un sistema consolidato da sempre, che dovrà finire, perchè è esattamente il sistema che ha causato insieme ad altri fattori, il debito pubblico nazionale. D’ora in avanti potranno mantenere lo stesso stile di governo solo mettendo nuove tasse locali. Con una controindicazione: se i comuni spendono di meno, diminuisce il Pil. Bisogna quindi in ogni caso, provare a far "girare" i soldi. Per questo è auspicabile avere per Sindaco, un buon ragoniere o un buon commercialista.

I sindaci, in special modo quelli di sinistra, (son quelli che conosco meglio, sicuramente ce ne sono anche a dx) non si sono mai preoccupati di chi, alla fin fine, doveva pagare il conto. Ce ne accorgiamo ora; i soldi si cercano dove sono e cioè tra quelli che hanno risparmiato e ne hanno messo da parte: i risparmiatori. L’ostilità del centrodestra contro lo stato sciupone e contro le amministrazioni locali di stampo clientelare siamo sicuri che è ingiustificata??. E’ pur vero che quando lo Stato è costretto a stringere la cinghia vengono colpiti, purtroppo, anche coloro che fanno fatica a sbarcare il lunario, ma il conto più salato lo pagano, come è giusto che sia, coloro che hanno più possibilità: soldi da parte e beni al sole.

CERTO I Sindaci PRIMA DI PROTESTARE potrebbero provare a TAGLIARE LE CONSULENZE D'ORO AI SOLITI NOTI, eliminare parentopoli, evitare il clientelismo (un modo elegante che usano quando decidono facendo doppi e tripli giochetti nei piani strutturali e regolamenti urbanistici ). Ma soprattutto QUANDO CHIEDONO costosi PARERI. Sarebbe anche giusto FARE QUEL CHE QUEI CONSULENTI DICONO (spesso invece vediamo che fanno il contrario, e cioè quel che pensavano di fare prima delle consulenze). C'è bisogno di verità. La spesa pubblica è da rivedere. Lo dicono quasi tutte le forze politiche, ma nel mettere in pratica l'operazione casca l'asino, perchè tutti vogliono incominciare dagli interessi del vicino.

Nel "pubblico" il merito è spesso solo legato alle tessere di partito, come vediamo tutti nella sanità pubblica, per i medici, tutti targati, incapaci persino di elencare i loro malati di tumore e chiedono soldi anche per incarichi a questo e quello quando con informatica e pc...è una somma. E potremmo, dopo i medici andare avanti con tutte le altre categorie. Tant'è che posizioni dirigenziali e Quadri, con posizioni delicate e di prestigio economico, cambiano ogni volta che governa una parte politica. I dipendenti pubblici non sono tutti eguali e ce ne sono di bravissimi, ma anche TANTI che occupano solo un "posto". L'esempio che han fatto il NYT e la sua giornalista del piccolo paese siciliano di Comitini, calza a pennello. http://www.corriere.it/cronache/11_settembre_16/tortora-comitini-specchio-spreco-denaro-pubblico_ef4105fa-e093-11e0-aaa7-146d82aec0f3.shtml

L'uso nei comuni delle professionalità interne, da ora in poi dovrà largamente esser praticato, magari scambiandosi anche le professionalità. Della serie "So che devi mettere in sesto le pinete e io ho un esperto, a me serve l'ingegnere per la viabilità vs dipendente, discutiamo delle ore che andiamo a impegnare ??" Peggio ancora, siamo abituati a vedere nel settore delle aziende partecipate, dove comandano tanti silurati della politica, personaggi INCOMPETENTI e preoccupati solo di fare clientelismo, ma i cui guasti sono davanti agli occhi di tutti. Lamentarsi del Governo invocando i tagli alla spesa sociale, mentre d'altro canto si invoca l'acquisto di partecipazioni a società private è pura demagogia visto che il Governo sarà costretto dalla crisi a dismettere e far dismettere a Comuni e Province le loro quote alle Società partecipate.

Un esempio di spese che i comuni possono tranquillamente tagliare, intanto quella dei consiglieri che si fanno rimborsare le spese di trasferta per andare alle manifestazioni antigoverno; ma di trasferte viaggi, rimborsi e sprechi clientelari...basta occhieggiare nei bilanci di fine anno e se ne può tagliare parecchi. Gestire le risorse finanziarie e umane in un comune è sicuramente difficile, sono tali e tanti gli errori del passato che sono ormai strutturati nel sistema che è quasi impossibile dare fiducia e speranza a chi ci lavora e si impegna.

Avere meno soldi può essere l'occasione che impone di azzerare tutto e di partire da capo, su basi di efficienza e di gratificazione del merito. Mi chiedo: gli enti locali, con meno soldi di un tempo, continueranno a sottoscrivere contratti di lavoro, per i collaboratori, di tipo egualitario, senza alcun premio per il merito ? Se lo potranno permettere, ancora per molto ? Io credo che non si potranno più permettere la quantità, ma la qualità. Possibile che con tutte le nuove tecnologie che facilitano la produttività nel privato, nel "pubblico" la produttività sia sempre la stessa ? Con tutta la nuova strumentazione tecnologica nelle imprese si fa il triplo del lavoro con gli stessi dipendenti. Pensiamo a quel che han fatto le banche. Perchè non succede altrettanto negli enti pubblici ?

Nel tempo i comuni virtuosi sono rimasti fregati. Si è finanziato i comuni per tanti anni, in base alle spese storiche. Chi aveva speso di più, otteneva di più. Conosco tanti sindaci, morigerati, che spendevano i soldi pubblici come fossero i loro, cioè con eccessiva parsimonia. Sono stati fregati, come i loro cittadini. Ma di morigerati e parsimoniosi ce ne sono stati probabilmente troppo pochi. La "macchina" Comune, è servita e serve come collocazione di un numero eccessivo di dipendenti che portano ricchezza ai luoghi ma che lo Stato non si può più permettere. La produttività, nonostante la Cgil che rema contro, ha fatto passi in avanti dappertutto, fuorchè nella burocrazia pubblica.

I Sindaci hanno buoni motivi per metterci mano, visto che i soldi sono finiti. Il problema della disoccupazione non si può risolvere mettendo a disposizione dei "posti" inutili. Chi ha qualche idea di gestione di un'azienda sa che in tempi di crisi si deve ripensare e ristrutturare, si deve utilizzare al meglio le energie disponibili e tagliare i rami secchi, si deve coinvolgere le risorse umane e tagliare quelle che non producono "valore", si deve mettere da parte le polemiche e tirare fuori il migliore entusiasmo. Si deve fare egualmente per l'azienda Italia e per tutte le realtà istituzionali.

Non solo io, credo in molti, avremmo voluto vedere consegnati ai Prefetti insieme alle chiavi delle città un piano quinquennale di risparmi e revisione della spesa, nei comuni e province, direi un 3-5% all'anno:" abbiamo contribuito alla crisi ora ci assumiamo le nostre responsabilità, e vi diciamo nero su bianco come possiamo farlo e su quali voci è possibile incidere risparmiando". In fondo è così che avrebbero fatto con buonsenso, i buoni padri di famiglia.


Clementina Piluso



http://www.0564news.it/notizia.asp?idn=19777