lunedì 25 aprile 2011

Le tecnologie che non rispettano l'AMBIENTE e... L'UOMO

  Le tecnologie che non rispettano l'AMBIENTE e... L'UOMO



Il XX secolo ha rappresentato per l'uomo, l'ardire e la speranza di risolvere "tutto" con la scienza, la tecnica e il progresso, risultanti in un crescendo continuo, dalle continue ricerche e da nuove conoscenze. Oggi l'iperspecializzazione di un problema,(sia esso l'energia, i rifiuti o altro) analizzato attraverso decine e decine di regole, dlg e normative aggiunte, ha reso talmente complicato il far rispettare qualcosa, che in  qualsiasi settore si vada a cercare, ci rendiamo conto  che è proprio impossibile, date le svariate interpretazioni, raggiungere delle soluzioni di sostenibilità uomo-pianeta; ecco che così, invece di soluzioni ai problemi,abbiamo di fronte entità-società-imprese che chiamano progresso ciò che è sfruttamento sconsiderato.
Ogni sviluppo definibile veramente umano, significa sviluppo congiunto dell'autonomia-integrità del singolo-uomo, che mantiene la considerazione della partecipazione alla comunità e  al senso di appartenenza e al mantenimento del genere umano, considerato come abitante del pianeta.
INTERROGARSI sulla condizione e la qualità della vita dell'uomo, significa interrogarsi per prima cosa  sul-del contesto in cui viviamo. L'euforica ideologia umanista che indica l'uomo come  colui che detta legge sull'universo, abbiamo avuto davanti agli occhi  quel che ha prodotto, con quanto avvenuto in Giappone. Sempre, anche quando è stato mosso dalle migliori intenzioni, l'uomo si trova davanti a problemi, che non riesce a prevedere, dal momento che applica la scienza non conoscendo le nuove problematiche che si creeranno. Uno su tutti LA RIVOLUZIONE VERDE, che aveva come benefico scopo primario la soluzione della fame nei paesi poveri  attraverso la coltivazione estensiva di una sola specie altamente produttiva, e che ha dovuto per un grossolano e non previsto errore, essere rivista. Infatti l'assensa della varietà genetica, permetteva all'agente patogeno a cui questa coltivazione non poteva resistere, la totale distruzione del raccolto di un anno intero, causando nuovamente la carestia. Come d'altro canto l'irrigazione che non tiene conto della tipologia del terreno ne causa l'erosione, oppure come lo spargimento eccessivo di fertilizzante  impoverisce i suoli o i pesticidi distruggono la regolazione delle specie, facendo proliferare solo le specie magari meno utili solo perchè queste sviluppano resistenza ai parassiti, mentre le sostanze tossiche nei pesticidi, finiscono nelle nostre catene alimentari peggiorando significativamente la salute della popolazione

UOMO, lavoro, economia, denaro, sostenibilità, salute e morte che dovrebbero intersecarsi come i fili di quel tessuto dal nome PIANETA, dovrebbero essere tenute tutte in considerazione da coloro ai quali demandiamo le responsabilità di governarci. Un insieme di saperi che necessita di uomini dalla maturità e dal pensiero complesso, e che tiene conto oltre che delle variabili, perlomeno di questi parametri quando pensa di RILASCIARE AUTORIZZAZIONI che sono assolutamente arbritarie,  considerandone solo uno o al massimo due, di quelli citati.

Prossimamente sarebbe interessante col solo spirito del "puro esercizio di stile letterario" (a noi è dato solo riflettere), vedere di quante cose si dimenticano i responsabili, quando rilasciano le cosiddette AUTORIZZAZIONI DI SOSTENIBILITà AMBIENTALE (AIA).

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